- Collana: Saggi
- Volume:
- Pagine: 165
- Lingua: Italiano
- Anno di pubblicazione: 2006
- Editore: IVSLA
- ISBN: 8883143661

«Delendae Venetiae». La città e le sue trasformazioni dal XIX al XX secolo.
Delendae Venetiae è la paradossale esortazione che Pompeo Molmenti scagliava nel 1887 dalle pagine della «Nuova Antologia» all’indirizzo dell’amministrazione municipale veneziana, la quale s’apprestava a ‘sanificare’ la città di Venezia con l’approvazione di quaranta interventi urbanistici. Questi prevedevano per lo più allargamenti e rettifiche delle principali arterie esistenti, realizzazione di nuovi tracciati viari e demolizione di fabbricati giudicati malsani e indecorosi. La voce autorevole di Molmenti si levava, solitaria, a frenare lo scempio. In molti, ancor oggi, a distanza di oltre un secolo, continuano a ritenere necessario ‘modernizzare’ Venezia, per inserirla nel tempo del terzo millennio, premettendo, ‘naturalmente’, che Venezia è una città eccezionale, fuori della norma, ma nello stesso momento uguale alle altre. Tuttavia, la città ancora resiste (forse suo malgrado), resiste (tra il fastidio di molti) con un diverso senso del tempo e di conseguenza una diversa percezione dello spazio. Resiste perché è ancora una città, perché, grazie alla presenza dell’acqua, non ha perduto i suoi confini. Se Venezia è ancora riconoscibile per la sua forma e può ancora dirsi una città, lo dobbiamo in parte anche a Pompeo Molmenti.
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